al margine dei boschi, in riva ai ruscelli, sui pendii a lato delle strade, fin quasi all’asfalto quanti lupini, in estate, a colorare di blu la Valle di Casìes Gsiesertal!
Selvaggi e lussureggianti, a volte associati ad alte aquilegie dello stesso colore. Splendidi. Una tentazione. E una concessione, anzi tre.
Dopo non poche incertezze, infatti, il mio fazzoletto di giardino essendo situato in Val Casìes, mi sono (quasi) sentita legittimata a prelevare, lungo il torrente Pidig, tre piante munite di grossa zolla, estratta con due forche e grande attenzione a non danneggiare le profonde e carnose radici. E quelle del vicinato.
Da trapiantare immediatamente. Da irrigare con abbondanza (e qui sono in debito di ringraziamenti con la mia vicina Laura, che ha fatto loro da nurse durante le mie assenze).
Eccoli, immortalati nella tardiva, piovosa e ancora fredda estate del 2010, seguita a una primavera inesistente e a un lungo, lunghissimo inverno:
e qui
Non so se questi lupini siano protetti e vi invito a non estirparli se non siete nelle mie stesse condizioni: in possibilità di traslocarli, cioè, sempre in zona, e di trarli da terra al momento opportuno e con strumenti adatti.
(tardivamente ho controllato: non sono tra le piante protette nella provincia di Bolzano, ma per ogni pianta penso che valga quello che ho scritto sopra)
Il trasloco, e le cure di Laura e mie, hanno dato esiti imprevisti: questi selvaggi figli della valle, radicando nel terriccio soffice della mia aiuola, si son messi, dopo un momento di perplessità, a crescere e a sfornare spighe su spighe di bellissimi fiori. E a svilupparsi, del tutto inaspettatamente, di molto in altezza, coprendo ahimé un po’ troppo la visione della valle ed espandendosi, pure, a spese di qualche altra piantuzza che già colà dimorava.
Li ho detti blu ma in effetti il blu di questi fiori è più contiguo al violetto, con qualche tocco, interno al fiore, di magenta scuro.
A fine stagione ho raccolto i semi, maturi, e li ho riportati dove avevo preso le tre piante, sistemandoli con del terriccio buono. Una restituzione, insomma, per far pace col dio della valle.
Nel mio vivaio preferito ho invece comprato delle piantine di Lupinus Red Gallery, dalle spighe color rosso magenta. Si sono presto sviluppate e hanno fiorito a lungo, fino ai geli.
Ho sempre reciso le infiorescenze per evitare che la pianta si esaurisse nel montare a seme ma ne ho lasciata maturare qualcuna. E pensando ai selvatici cugini e alla possibile dissemina spontanea, ho lasciato nel gelo invernale i fusti, tagliati, con i semi maturi racchiusi nei tipici baccelli da leguminosa, qual è il lupino.
Al disgelo ho trovato, sotto lo strato di foglie di betulla messe a mo’ di pacciamatura sopra le piante, i semenzali pronti da ripichettare, ancora in parte all’interno del baccello in disfacimento.
Li ho raccolti con delicatezza, religiosamente, con il terriccio circostante,
con gran circospezione ho liberato i cotiledoni, idratandoli con uno spruzzatore, dal tegumento secco di rivestimento, che li tratteneva uniti,
e infine li ho invasati in un vasetto di torba ché solo quelli avevo.
Non è necessario fare così: basta un vasetto normale oppure, se ne avete tanti, basta un incavo in quelle strutture di plastica leggera, in genere azzurre, che contengono uno per uno i frutti per la vendita, in cassette.
Come questa
Formano presto un pane radicale maneggevole per il trapianto a dimora, in piena terra.
Hanno radici carnose e profonde questi lupini e, come tutte le leguminose, fissano nel terreno l’azoto atmosferico, arricchendolo.
I genitori, nello stesso giorno, già esibivano le loro belle foglie, ancora giovanilmente rosseggianti.
Fioriscono, generosi, lo stesso anno in cui sono stati seminati: le foglie, eleganti, sono splendide fin da quando la pianta si apre alla buona stagione. Sono particolarmente d’effetto se piantati in massa, e beati voi se avete un giardino in cui potervelo permettere!
Belli accostati alle rose, insieme ai papaver orientalis, agli alti delphinium, alle viole del pensiero in primo piano. Magari ton sur ton.
Se solo i papaver orientalis (quelli rosa di una varietà di cui al momento non ricordo il nome) si convincessero a non seccare orribilmente le foglie dopo la fioritura! Anche nel clima fresco di qua non desistono da questa tradizione, che credevo limitata alle più calde pianure.
A me piacciono molti visti dall’alto, questi lupini: io li ho piantati lungo il prato, declive, qualcuno quasi in primo piano, davanti ai cornus sibirica, altri, i più, vicino alle rose Narrow Water, Jasmina, e la profumata Falstaff (Austin), di cui compendiano le gradazioni dal rosa al magenta. Mi accompagnano da un terrazzamento all'altro.
Con grande entusiasmo dei bombi, che al primo sole ci fan colazione.
Certo sono piante da estati fresche, montane, e regalano emozione soprattutto al mattino, dopo le lievi brinate settembrine, che ai fiori nulla tolgono della loro bellezza.
Anche nel loro declino.
Ho letto – non ricordo dove – che si suggerisce di vernalizzare il semi dei lupini, facendo loro passare un periodo invernale nel frigo di casa. Un mio amico ha semplicemente comprato una bustina di Lupini ibridi in miscuglio (varietà non specificate) e ha proceduto a una semina del tutto normale. Risultato: un profluvio di piantine.
Ma i miei, come vedete, si son vernalizzati da sé. Nel grembo di neve del mio giardino d’inverno.
PS Confesso: ne ho comprati ancora: tre varietà rosa/rosse, una gialla e un paio di blu.
domenica 10 aprile 2011
Dei miei lupini ornamentali: qualcuno in adozione, altri cuccioli, svezzati, e adulti.
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10 commenti :
è sempre tutto una meraviglia, qua!
lupinus in fabula
:-D
sono bellissimi, Claudia! te sì, che hai il pollice verde. io ce l'ho NERO :_/
ma no, non ci credo, cjnzja!
un po' di aiuto da chi è un po' più esperto e vedrai: altro che verde! ti potrebbe spuntare un pollice fiorito :-)
claudia,
la bordura da fare invidia alla Gertrude, volevo vedere, lì al freddo.....!
che voglia di fare e disfare ma invece oggi relax qui!!
gabri
eh la Gertrude... magari faceva una cosa tutta sul bianco: peonie (ma solo erbacee), lupini, delphinium, qualche campanula alta (bellissima persicifolia), e una botta di stachys lanata e qualche hosta a fogliame glauco?
:-)))
Ma che paradiso è sempre qui! Bello tutto, parole e immagini :-*
Mitì: eh, grazie! Sarà perché ho omesso, per carità di patria, di (auto)inquadrare la giardiniera col capello Andy Warhol e il dettaglio su unghie con GardenManicure :-DDD.
PS: alle sette di stamattina sopresa gelata e termometro sul muro di casa segna -3 :-(((((
che foto, che spiegazioni, che lupini!!!
Ben ritrovata, Fratella!
Che piacere la tua visita!
Ne vuoi, di lupini?
Di' solo una parola e ne preparo :-)))
(e magari se ti interessa qualche altra cosetta :-))
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