lunedì 22 marzo 2010

quello stato dell'acqua tra neve e disgelo


quello stato dell'acqua tra neve e disgelo, inserito originariamente da fratella.

Prendo per incipit dei miei propositi l'equinozio di primavera. Quale migliore inizio per un diario di giardinaggio se non questo momento tanto simbolico quanto concreto?

E' il momento del lento risveglio, qui in Valle di Casìes: la neve che ha coperto il giardino per mesi, e ancora imbianca il paesaggio d'intorno, si scioglie al sole dei giorni e nelle rigidi notti, ai margini, festonando si tramuta in ghiaccio.

Fissati dal gelo di un inverno a -30° emergono via via gli strati dell'autunno, memorie del manto nevoso. Ritrovo le foglie di betulla raccolte al pedale delle rose, gli aghi dei rami di pino mugo a protezione delle clematidi, lo spesso strato di frammenti di corteccia, scudo squamoso e drenaggio, l'ultimo sfalcio dell'erba, prima pacciamatura nell'ordine del tempo.

Ce l'avrà fatta quella rosa moschata che tanto amo, che ho piantato su consiglio di una vivaista, altrettanto urtante che incompetente, e che per conto mio non avrebbe sopportato temperature così rigide? E avranno resistito le incantevoli  e profumate sue nipoti, le Narrow Waters, schermate ai venti freddi con rami d'abeti e mazzi di sfalcio di alte erbacee,  già destinati a compost dal vivaista, e prontamente recuperati?

I bulbi se li saranno fatti fuori le talpe, o li avranno danneggiati nelle loro scorribande?

Perché Toti Scialoja ci ha insegnato che:

calma la talpa sotto il chiar di luna
palpa le sue patate ad una ad una.


 

2 commenti :

isa ha detto...

Tutto extrabello!

fratellicaponi ha detto...

detto da chi l'extrabellezza la coltiva è un gran complimento, grazie! :-)