Eravamo rimasti alla scintillante nevicata del 20 ottobre 2010,
che tanta magia luminosa aveva profuso in valle e nel nostro giardino. Autunnale quasi per la prima volta. giacché i recenti impianti di graminacee, berberis, l'acer, i nuovi meli, l'accestirsi delle altre piante, avevano da poco arricchito la tavolozza di stagione.
La nevicata aveva sorpreso le vacchette, da poco tornate dall’alpeggio, nel pascolo adiacente: nel corso di poche ore i prati imbiancati avrebbero ripreso il loro colore, il sole splendeva ma era chiaro per le mucche era ormai tempo di metter fine alle vacanze estive.
Il 25 ottobre di nuovo neve, e tanta!
Cielo oscuro e silenzio ovattato. Non si sarebbe fatto ancora nulla per le rose.
Cincie litigiose al ristorante.
Disposte provviste supplementari.
Il giorno seguente tutto è luminoso e qualcuno posa per il servizio invernale.
senza dimenticare la partita di caccia,
e un controllo alle rose.
Non che noi si stia a guardare, eh!
Mentre la berberis scambia confidenze con il cornus florida,
qualcuno rimedia il palo per fissare la mangiatoia invernale per gli uccelletti: mo' che circolano gatti è meglio esser prudenti e tenerla più in alto.
E son da liberare gli arbusti dal peso della neve, da fissare più strettamente ai tripodi le rose, soprattutto la rustica e vigorosissima rosa hugonis, che sverna selvaggia senza protezioni.
Giusto per non trovarsela per terra fino alla prossima primavera.
E rassegnarsi a tagliare al suolo le erbacee perenni.
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